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La terza rivoluzione industriale

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Insieme a ‘crisi’, ‘cambiamento’ è oggi una parola d’ordine: interessa tutti i settori e il mondo degli eventi non fa eccezione. In particolare l’incentive, strumento efficace di comunicazione aziendale, sta vivendo una trasformazione profonda, che va verso una maggiore eticità e un’attenzione a valori legati all’ambiente, alla sostenibilità e al rispetto delle diversità culturali.

Di questo è convinta MIL, Marketing Incentive Leisure, agenzia che da dieci anni si fa portavoce dei concetti di innovazione ed esperienza. E che oggi affronta le sfide del mondo che cambia con soluzioni originali, che mettono al centro l’uomo e la natura, per un rapporto più autentico con tutto ciò che ci circonda. E se il trend è quello dei ‘no frills’ events, ovvero ‘eventi senza fronzoli’ che puntano alla sobrietà, negli incentive tale tendenza diventa una sorta di verità, che si aggiunge alla ricerca di nuovi significati. La mentalità cambia e con essa le modalità di azione, perché l’incentive non può più essere un semplice viaggio-premio, bensì un’esperienza capace di concretizzare i valori aziendali, uno strumento di comunicazione a tutti gli effetti.

L’OPINIONE DI MILENA

Valore e contenuti sono, oggi, gli ingredienti che caratterizzano l’incentive, e che si traducono in soluzioni più etiche e rispettose della natura e dell’uomo.

 

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Senza perdere di vista, naturalmente, il ritorno sull’investimento, che un’agenzia professionale deve poter garantire all’azienda. Mineo tocca questi e altri temi, ma soprattutto si concentra su un discorso universalmente valido, ovvero calzante per gli incentive ma anche per tutte le scelte e le azioni che un’azienda compie quotidianamente verso i pubblici interni ed esterni.

Una visione che colloca il brand in un contesto umano e ambientale e che lo costringe a una rispettosa interazione con esso.

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In questo quadro di profondo cambiamento, quale direzione sta prendendo l’incentive?

I dati disponibili sugli eventi e sugli incentive, ad esempio quelli tratti dall’Osservatorio Congressuale Italiano 2008, mostrano un quadro di contrazione del mercato: calo delle iniziative, destinazioni più vicine, numero ridotto di partecipanti. Eppure l’incentive e gli eventi sono tra i pochi strumenti efficaci per contrastare questo clima di ripiegamento che ci sovrasta e per dare motivazione e carica a tutti coloro che ruotano intorno alla realtà aziendale.
Sappiamo che l’azienda comunica in tutte le direzioni e che i diversi ‘pubblici’ devono essere coinvolti: clienti, azionisti, collaboratori, reti di vendita, dipendenti, manager…
Il brand è, oggi più che mai, un valore da far vivere e non un’informazione unidirezionale da diffondere. L’adesione alla marca da parte di tutti coloro che in qualche modo partecipano alla vita dell’impresa viene costruita attraverso tecniche diverse, molte delle quali partono proprio dal contatto fisico, dall’inaspettato, dalla sorpresa.

In questo nuovo scenario, che compito hanno le agenzie?

Le agenzie hanno il compito di chiarire esattamente il tipo di posizionamento che possono assumere, sebbene come outsourcer, all’interno delle scelte di comunicazione dell’azienda. Inoltre, hanno la funzione di lavorare a stretto contatto con il marketing per far convergere attori diversi sul mercato nella realizzazione di progetti comuni in grado di trasformare l’etica da valore morale a valore economico. Partendo dall’assunto che l’uomo crea in ogni momento e in ogni contesto sociale, la creatività nasce spesso per analogia trovando collegamenti fra i diversi settori. Individuata l’idea più efficace, si tratta poi di mettere in campo tutte le risorse operative necessarie per la riuscita del progetto. E a questo punto, nella delivery, si manifesta la qualità dell’agenzia.

In concreto, come si può tradurre in eventi l’attenzione ai valori di cui si dice?

Per esempio, puntando su location significative dal punto di vista della protezione dell’ambiente e della cultura locale. Gli eventi si adeguano, vanno verso una maggiore sobrietà creativa. Entreranno in gioco location e destinazioni nuove rispetto alle più utilizzate, dove l’attenzione alla natura e alla riconversione delle tecnologie è già in atto.

È una tendenza che abbiamo anticipato proponendo già da qualche anno questo stile di incentive ‘ecosostenibile’. Oggi solo i manager più illuminati e più ‘di rottura’ hanno il coraggio di sperimentare.

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